See you soon!

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Ladies and gentleman, ci siamo! Nonostante il “Life in a day” sia in netto ritardo (e andando avanti nei giorni capirete il perché), dovrò lasciare il blog a sonnecchiare per un po’: domani partirò per il viaggio che sogno da anni… un perimetro verde e selvaggio, profumato di mare e erba, piovoso quanto basta e imbottito di magia! Avete capito, no? 🙂 Buone vacanze a tutti!!

11 Maggio, giorno 211: regali non graditi

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Vorrei sapere una cosa: a causa di quale legge cosmica ogni volta che facciamo un regalo a mio padre, ci manda a cambiarlo? E pure quando (come stavolta) il regalo lo sceglie lui, non siamo esentati dal doppio viaggio (nello specifico non aveva gradito il tono di blu della polo Lacoste). Poco male, ho fatto delle belle foto mentre lui si attardava nel negozio…

9 Maggio, giorno 109: corsi e ricorsi

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Seduti su un EKTORP rosa parlammo per ore, un pomeriggio di cinque anni fa; vedemmo la luna spuntare alle spalle del Vesuvio e cominciammo a capire che forse ci si poteva continuare a vedere, insomma… che forse ci piacevamo, che forse stava cominciando una cosa che io mica pensavo potesse essere bella così! Ossequi a Gian Battista Vico, all’Ikea ci siamo tornati per comprare un porta pc ma seduti in uno studio rosso e nero, abbiamo cominciato, così, quasi per caso a fare progetti per casa, la nostra.

7 Maggio, giorno 107: dovevo fare l’archeologa

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Avevo 11 anni quando mio padre mi regalò un libro meraviglioso: “Le avventure dell’archeologia” di André Parrot, un archeologo francese morto negli anni ’80 che ha dedicato la sua vita allo studio delle civiltà sepolte del Medio Oriente. E’ stato uno dei regali più belli che io abbia mai ricevuto! E’ nata così la mia passione, mi piaceva da morire guardare documentari, leggere opuscoli, immaginarmi vestita di terra a scavare e scoprire. Ma non potendo fare della mia passione il mio mestiere, ho trasformato la mia cantina in un enorme scavo privato dove ogni tanto me ne vado alla ricerca di tesori nascosti. Questo è il risultato di quella campagna: un appendi abiti degli anni ’60 in plastica e ottone ritrovato sotto una pila di mattonelle e recuperato grazie alle manine sottili della mia nipotina. Era l’appendi abiti dove mio nonno posava il cappello quando tornava da lavoro, una scoperta dal valore inestimabile!