Lettere e ciglia umide

2 Giugno 1981 – 2 Giugno 2011

Ma tu mi sai dire perché le marionette delle tue canzoni ogni tanto decidono di staccarsi dai loro personaggi, assumere nuove forme, farsi chiamare con altri nomi ma conservare imperitura la loro essenza, quella che tu hai dato loro, con un attaccamento alle loro personalità che ogni tanto mi capita di invidiare? Mi spieghi perché Caportuna è diventato Mister B. (lasciarlo dov’era, no?), oppure perché nei lineamenti del cavaliere che parte seguendo l’amore io ci vedo il mio amore? O perché Michele o’ pazz e tuo fratello, il figlio unico, litigano per impossessarsi di me? E perché quella stessa luna dipinta che tu mi hai fatto conoscere, io l’ho vista danzare sul mare una notte di qualche estate fa… Ma soprattutto mi fai capire perché Renzo della tua ballata, è diventato te e tutta la vita (e la morte) che gli avevi disegnato attorno, come un’analogia futurista è diventata la tua? Forse è per questo che sei entrato tra i miei Numi tutelari… tu hai avuto il dono di intrecciare le lettere alle ciglia umide.

LA BALLATA DI RENZO (1971)

Quel giorno Renzo uscì, andò lungo quella strada.. quando un auto veloce lo investì.
Quell’uomo lo aiutò, e Renzo allora partì per un ospedale che lo curasse per guarir…
Quando Renzo morì io ero al bar bebevo un caffè, quando Renzo morì io ero al bar con gli amici
La strada molto lunga s’ andò al San Camillo e lì non lo vollero per l’orario…
la strada tutta scura s’andò al San Giovanni e lì non l’accettarono per lo sciopero
Quando Renzo morì io ero al bar bebevo un caffè, quando Renzo morì io ero al bar con gli amici
Con l’alba, le prime luci s’andò al Policlinico ma lo respinsero perchè mancava il vicecapo…
in alto c’era il sole si disse che Renzo era morto ma neanche al cimitero c’era posto.
Quando Renzo morì io ero al bar bebevo un caffè, quando Renzo morì io ero al bar con gli amici
 
Rino Gaetano